Non c'e' bisogno di presentazioni
Perche' anche i Metallica sono stati dei grandi.
the son of the damnation
C’e’ nebbia, sono seduto, le gambe penzolano nel vuoto. Guardo in basso e non vedo nulla, solo nebbia. Riesco a malapena a sfiorare il terreno con i piedi, un terreno incerto, che non posso vedere con gli occhi ma posso solo percepire.
Poi alzo lo sguardo e davanti a me vedo solo il grigio della nebbia, che sembra stringere in una morsa il vuoto che c’e’ intorno.
Mi rendo conto che con le mani stringo due catene, che salgono in alto e si perdono nel manto grigio.
Mi guardo attorno, non so come sono finito qui (o forse lo so fin troppo bene) e mentre cerco – mi impongo – di svegliarmi, mi rendo conto che sono seduto su di un’altalena.
Non so che fare, mi sento perso in una sensazione cosi’ distante, eppure cosi’ familiare.
Poi ad un tratto vedo qualcosa: un riflesso, un lieve bagliore che dura solo un istante, una strana luce che si riflette solo per un attimo in due occhi neri come la notte. Ci penso per un attimo, probabilmente e’ stata solo la mia immaginazione.
Allora cerco di essere razionale, di usare la testa, di pensare a cosa posso fare per uscire da questo nulla…
mi guardo, sono vestito. Indosso un paio di jeans, una felpa con un'effige strana, seminascosta nel buio. Ai piedi porto gli stivali. Assurdo, penso e senza nemmeno il tempo di realizzare, meccanicamente infilo una mano in tasca, prendo una sigaretta e la metto in bocca.
Tre note inconfondibili mi fanno capire che sto fumando. Rimetto in tasca lo Zippo e penso.
Non c’e’ freddo, eppure sento qualcosa di forte, che penetra fino alle ossa.
Rimango cosi’ alcuni minuti, perso in una riflessione senza capo ne’ coda. Finisco la sigaretta, la spengo sul lato dell’altalena e poi la getto. Scompare quasi subito.
Alzo lo sguardo, sempre confuso, sempre senza la minima idea di cosa debba fare, quando la rivedo.
Quella luce che dura un attimo, si riflette in quegli occhi neri per una frazione d’istante.
Sto impazzendo, penso.
Due scherzi della mia mente? No, non e’ possibile. Lo sarebbe stato, se solo non avessero differito tra di loro - la stessa intensita’, gli stessi occhi, la stessa sensazione che ti entra fino alle ossa ma non esattamente la situazione precedente. No, non e’ stata la mia immaginazione.
Ed allora faccio appello a tutto cio’ che in me non e’ ponderato, carico, e senza riflettere spingo il terreno coi piedi.
Una sensazione vecchia come il mondo, sempre conosciuta ma ogni volta nuova mi pervade. Sono come un bambino, mi sto dondolando sull’altalena ed e’ bello.
Tutti ci ricordiamo come si va in altalena. Le prime due spinte da terra e poi via.
Dondolando dolcemente acquisto velocita’ e sento fluire su di me l’aria.
Ad un certo punto uno scricchiolio dall’alto. La catena non reggera’, penso.
Cosi’ smetto di spingere e comincio a rallentare.
Qualcosa mi desta.
La luce, una speranza propagata da quegli occhi, mi dice di non fermarmi, di continuare a spingere.
Confuso, senza pensare, protendo un braccio, come un pargolo porge la mano alla madre, io l’avanzo nel nulla, mentre dondolo.
E la sento, solo per un attimo, con le dita la sfioro.
Continuo a rallentare e al dondolio successivo non sento piu’ nulla.
Allora, deciso, spingo piu’ forte, la voglio raggiungere, la catena scricchiola ed io spingo e cerco e tasto la nebbia.
Non posso farci nulla, e’ una sensazione troppo potente, la catena scricchiola pesantemente, posso cadere in qualsiasi momento, la presa sulla mano diventa insicura, la mia fronte e’ madida di sudore ed umidita’ ed io continuo a dondolare.
Ho paura di cadere, penso, devo rallentare. Ma ogni volta che ci provo il ricordo di quella luce mi pervade e vengo animato da nuovo coraggio.
Non ho facolta’ di scelta, il mio corpo si muove senza l’ausilio della mente, sceglie da solo cio’ che deve fare, sono consumato dal ricordo di quella sensazione di un istante e non riesco a direzionare i miei pensieri verso la salvezza.
E la catena scricchiola sempre di piu’ ma ormai e’ tardi, oramai non posso piu’ rallentare, non mi resta altro che cadere…
Era in quel giorno, assai poco gratificato dalla luce solare, che stava per avere inizio un'avventura epica. I nostri lo sapevano, ed erano pronti a tutto.
E cosi' anche la giornata ventiduesima del mese decimo ebbe inizio con il canto delle fate, nonostante si trattasse del giorno del riposo.
Ilah si alzo' di scatto, guardingo ed attento a non perdere l'ora della partenza, mancavano ancora due ore, quindi la fata venne soavemente sedata per qualche minuto... il suo canto, puntuale si ripresento' poco dopo e stavolta Ilah si alzo'.
Giunto, infine, il momento del ritrovo, i nostri si incontrarono.
Ilah, divinizzato essere scelto direttamente da Torm, sovrano e protettore delle verdeggianti Terre delle Fate e delle Nebbie.
Iblis, demoniaco amico di Ilah, che per l'occasione e' sceso dalla sua dimora, il castello infernale, sito sulla cima del monte Donral, il luogo piu' buio di tutte le Terre dei Lupi e la quieta e mistica Vampyria, strega nera delle terre del sud, compagna del demoniaco e mietitrice silenziosa di vite innocenti.
I tre, dopo un sobrio scambio di convenevoli, si misero in marcia su Tenebra, la sofisticata carrozza del divino, che gia' sentiva l'attrazione del metallo.
La direzione era quella della fumosa cittadina bellica Milanense, con meta precisa al palazzo del Granducato di Mazdan. I nostri erano stati formalmente invitati ad assistere al siglarsi dell'alleanza.
E cosi' Tenebra, seguendo le precise indicazioni di Ilah, coadiuvate a correzioni altrettanto precise di Iblis, giunse alla destinazione, librando le sue immense ali e portando i tre direttamente ai cancelli del palazzo.
Popolari bancarelle con gli amenicoli piu' strani erano all'ordine del giorno, al di fuori delle metalliche mura, venditori di vestiario adatto all'occasione, gingilli delle piu' svariate sorti e, non meno importanti, venditori di alimenti tipici nobiliari.
Una volta saggiati in breve li ambulanti, Ilah e compagnia decisero che non era il caso di mostrare a tutti il loro alto grado procurandosi, di conseguenza, un invito ad entrare alla pari de li altri fratelli tutti.
Grande era la voce dei paggi di Baga che in una non ben chiarita posizione legale, distribuivano inviti a chiunque fosse disposto a versar loro una tassa.
La bella Vampyria parve da subito turbata ed infastidita dal non vedere i paggi ufficiali di palazzo distribuire inviti di certa provenienza, quindi inizio' la sua macabra preparazione ad una carneficina di gente, per impossessarsi del cartaceo oggetto accomunatore.
Ma il paziente Ilah, che gia' sapeva come sarebbe andata, invito' la nera arcana a tornare sui suoi passi e, con l'aiuto del demoniaco compagno, ella si sedo', in silente attesa di sangue, in fondo le previsioni del dio non sempre erano attendibili, o cosi' lei pensava.
Mentre li avventurieri lustravano le loro lame, una figura spicco' in mezzo alla folla, tutt'e tre vi riconobbero il giovane Emisc'H, bardo errante delle Terre dell'Acque Profonde, accompagnato da due fanciulle, quali la duchessa Mendoza ed una seconda donzella della quale non ricordo il nome, il soprannome, o qualsivoglia altra informazione, per tanto sara' etichettata con un amichevole "X".
I coraggiosi eroi provenienti delle Terre delle Nebbie (eccezion fatta per X) si intrattennero per diversi minuti, persi a dialogare del motivo che tutti spingeva alle porte del palazzo di Mazdan.
Nel frattempo, Vampyria continuava il suo piano di sangue: ella voleva gli inviti, ad ogni costo ed ormai anche i tentativi di tranquillizzarla sembravano venir meno.
Fortunatamente (sebbene Ilah gia' lo sapesse), poco tempo dopo, un misterioso personaggio usci', nell'ombra data da un sole che non c'era, ed apri' al pubblico tre botole, sulle mura del palazzo, dove i paggi ufficiali, con i loro bei vestiti ed il cordiale sorriso, attendevano chi, sbadato o semplicemente povero di voglia, ancora non era munito dell'invito ad entrare a palazzo.
Ilah, non potendo mostrarsi al mondo come essere supremo, decise, in nome di Torm, di lasciare il primo posto a due miseri straccioni, che imploravano pieta' a chiunque si parasse loro di fronte, posizionandosi ad attendere dietro a questi ultimi.
Una volta procuratisi gli ufficiali inviti, immediatamente dovette scattare' l'opera di quiete imposta al bardo, che gia' scalpitava per aver pagato l'invito piu' dei divini/demoniaci/arcani. Iblis, soavemente e col sorriso sulle labbra, ricordo' ad Emisc'H che egli non aveva pagato l'invito, che gli era stato donato dalla dea bendata, per una serie di fortunate coincidenze.
Passati gli screzi, la servitu' di corte apri' i cancelli e una folla disordinata comincio' a precipitarsi nel palazzo.
I nostri, che di tutta calma erano muniti, decisero di sollazzare i di loro stomaci prima di entrare a sentire le musiche delle terre d'oltreoceano. Un tozzo di pane con della verdura, accompagnata da un tocco di porco, fu la scelta unanime del gruppo, il tutto amalgamato da un sorso di d'orato nettare.
Poi l'entrata a palazzo e la discesa nella piazza centrale, nel magico buio creato per enfatizzare il canto dei cinque gruppi che sancivano l'alleanza.
Sul palco ci sono i Thine Eyes Bleed che hanno a disposizione poco tempo ma lo sfruttano ottimamente, suono pesante, voce perfetta, chitarre e bassi di una precisione millimetrica, sono loro ad aprire le danze al popolo del Metallo e lo fanno in una maniera piu' che consona alle dimensioni dell'evento. Dopo quattro tracce, scendono dal palco ed e' l'ora dei secondi musicanti.
Dopo un (quasi) rapido sound check, gli agnelli del creatore, cosi' si facevano chiamare, sono esplosi in una miriade di riff, cambi di tempo ed urla strazianti, partendo con tracce da Ashes of the Wake, fino a presentarci una nuova traccia "Walk With Me In Hell", durante la quale uno dei maghi che creavano l'atmosfera e garantivano la diffusione del suono a tutto il palazzo, e' venuto a mancare, causando qualche fastidio alla band ed al pubblico. Dopodiche', una volta ripristinato l'anello magico, i ragazzi ci hanno salutato con altre due tracce, tra le quali "Now You've Got Something To Die For". Una prestazione mastodontica, come sottolineera' poi l'infernale Iblis.
I cinque della compagnia, decidono quindi di andare a prendere una boccata d'aria e mescolarci anche del buon aromatico tabacco, che aiuta nella riflessione.
Una volta rientrati e ripreso il posto, e' la volta dell'esibizione dei bambini sopravvissuti alla tragedia del nordico lago di Bodom, che in tutta la loro maestosita' conducono le danze di mezza serata senza dubbio alcuno, eccezion fatta per il secondo decesso della serata, il cerchio magico era di nuovo spezzato! Ma di nuovo rimedio fu posto e le chitarre e i tamburi ripresero piu' corpo che mai.
Per la seconda volta il bisogno di ossigeno catturo' l'attenzione di tutti ma al rientro successivo, il divino ed il bardo decidono di spostarsi nella zona alta del palazzo, seduti a godersi lo spettacolo dei mangia fuoco.
E cosi' sul palco le fiamme si scatenano, e dalle fiamme e nelle fiamme, vengono librate melodie del calibro di "Egonomic" e "Come Clarity", per passare poi a tracce che scuotono i cuori di tutti, tra le quali "Only For The Weak" ed infine la chiusura avviene con "take This Life".
Ricongiuntisi all'esterno del palazzo, tutti quanti decidono di accompagnare Ilah ed Emisc'H e godersi l'ultimo spettacolo dall'alto, non prima che Ilah guarisca con l'imposizione delle mani l'emicrania di Iblis.
Presi i dovuti posti d'onore, i Metallici fratelli si accingono a godersi l'esibizione dei cacciatori che, tanto per non deludere le aspettative, si presentano sul palco accompagnati dalle note di "Disciple", seguono a ruota le loro tipiche sonate dure e veloci e la massa che, in preda all'estasi, li accompagna con grida ed applausi. Al suono dei tre fatidici colpi di tamburo, sale l'urlo e "Raining Blood" risuona in tutto il palazzo, scuotendone anche le fondamenta.
Chiusa la mostra con "Angel Of Death", anche i cacciatori prendono la via del riposo.
Usciti da palazzo, Ilah, Iblis, Vampyria, Emisc'H e Mendoza vengono salutati da X che si vede costretta a scappare a casa, a difendere il suo villaggio dall'attacco di alcuni briganti.
I cinque rimasti decidono quindi di acquistare qualche ricordo per i di loro occhi e qualche coscia di suino per gli stomaci, nuovamente reclamanti del nutrimento.
Fu cosi' che l'avventura fini', in bene, col sancimento dell'alleanza, senza troppi intoppi.
Il bardo e la duchessa tornarono alla stazione dei pubblici carri, mentre la notturna carrozza, spiego' le ali e si libro' in volo, riportando i tre amici a casa, ancora una volta vittoriosi.
(Un ringraziamento va ad AceOfSpades ed al suo blog Metal Bourgh per avere ispirato la narrazione della giornata all'Unholy Alliance Tour)